La cessione del credito fiscale rappresenta una strategia finanziaria sempre più utilizzata, specialmente in relazione ai bonus edilizi introdotti negli ultimi anni. Grazie a questa opportunità, imprese e professionisti possono ottenere liquidità immediata cedendo i crediti fiscali maturati a terzi, come istituti di credito o altri soggetti autorizzati. In questa sezione esploreremo il concetto di credito fiscale, la sua origine e l’evoluzione normativa fino al 2025.
Definizione e concetto di credito fiscale #
Un credito fiscale è un importo che un soggetto (persona fisica, impresa o ente) può vantare nei confronti dello Stato a seguito di benefici fiscali concessi dalla normativa. I crediti fiscali possono derivare da diverse fonti, tra cui:
- Detrazioni e agevolazioni fiscali concesse su specifiche spese (es. ristrutturazioni edilizie, efficientamento energetico, investimenti aziendali);
- Versamenti in eccesso rispetto all’imposta effettivamente dovuta;
- Riconoscimento di agevolazioni per situazioni particolari, come nel caso di incentivi governativi.
Il credito fiscale può essere utilizzato per compensare imposte future, oppure ceduto a terzi per ottenere liquidità immediata. La cessione consente di trasferire il credito a soggetti in grado di utilizzarlo in compensazione con debiti fiscali propri.
Origine dei crediti fiscali: bonus edilizi e altre agevolazioni #
I crediti fiscali derivano da molteplici agevolazioni introdotte dal legislatore per incentivare determinati comportamenti economici. I principali crediti fiscali cedibili sono quelli derivanti da:
-
Bonus edilizi, come:
- Superbonus 110%: destinato a interventi di riqualificazione energetica e miglioramento sismico;
- Ecobonus: agevolazione per interventi di efficienza energetica (es. installazione di impianti fotovoltaici, caldaie a condensazione, cappotti termici);
- Sismabonus: incentivi per il miglioramento della sicurezza sismica degli edifici;
- Bonus facciate: detrazione per interventi di recupero estetico degli edifici;
- Bonus ristrutturazioni: agevolazione sulle spese per il recupero edilizio.
-
Altre agevolazioni fiscali, tra cui:
- Crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali;
- Incentivi per la digitalizzazione delle imprese (es. Transizione 4.0);
- Agevolazioni per l’adeguamento degli ambienti di lavoro alle normative sanitarie.
Questi crediti sono stati introdotti per stimolare la crescita economica e sostenere la transizione energetica e digitale del paese.
Evoluzione normativa fino al 2025 #
Negli ultimi anni, il quadro normativo sulla cessione dei crediti fiscali ha subito numerosi cambiamenti per adattarsi alle esigenze del mercato e per contrastare eventuali abusi. Alcuni punti chiave dell’evoluzione normativa sono:
- Decreto Rilancio 2020 (D.L. 34/2020): ha introdotto la possibilità di cedere i crediti derivanti da bonus edilizi a terzi soggetti;
- Legge di Bilancio 2022: ha introdotto restrizioni e controlli più rigidi per prevenire frodi e usi impropri della cessione;
- Decreto Aiuti 2023: ha ampliato le possibilità di compensazione dei crediti per le imprese in difficoltà;
- Decreto Superbonus 2024: ha modificato le aliquote e le modalità di utilizzo dei crediti, riducendo la percentuale di detrazione per specifiche categorie di interventi;
- Legge di Bilancio 2025: si prevede l’introduzione di ulteriori restrizioni per soggetti con redditi elevati e la progressiva riduzione delle aliquote agevolative.
Le recenti normative hanno posto limiti più stringenti alla cessione del credito, specialmente per le persone fisiche, restringendo le opzioni disponibili e aumentando i requisiti documentali per garantire la trasparenza delle operazioni.
L’evoluzione normativa fino al 2025 suggerisce che gli operatori economici dovranno adottare strategie sempre più attente e conformi per beneficiare delle agevolazioni senza incorrere in problematiche legali e fiscali.
Il credito d’imposta è una tecnica di liquidazione del tributo, o meglio, è un diritto di credito di cui è titolare il contribuente nei confronti dell’ente impositore. Questa situazione giuridica soggettiva, dunque, si inquadra in un rapporto obbligatorio regolato dalle norme di diritto tributario, in cui il creditore è il soggetto passivo d’imposta ed il debitore è l’ente impositore.
Il credito d’imposta può venire in essere perché il contribuente vanta un diritto al rimborso, in quanto i pagamenti a titolo d’imposta da lui effettuati risultano di un ammontare superiore rispetto al debito evidenziato nella dichiarazione dei redditi, oppure perché il sistema tributario consente al contribuente di beneficiare di diritti di credito, volti ad attenuare l’obbligo tributario, da far valere nei confronti dell’ente impositore